Joseph Daul, Elmar Brok e Jan Olbrycht.

«Parlava a 600 deputati, ma quella sfida vale per tutti»

Alcuni europarlamentari raccontano in che modo fanno i conti con ciò che il Papa ha detto. Accettando di «rimettersi in discussione»
Fabrizio Rossi

«Nel discorso del Papa ho sentito una sfida. Ognuno di noi deve rimettersi in discussione». Joseph Daul è rientrato a Bruxelles dalla Germania, dove ha incontrato Benedetto XVI, il primo Pontefice nella storia ad intervenire al Parlamento tedesco. Classe 1947, da quasi cinque anni Daul è presidente del Gruppo del Partito popolare europeo. È rimasto colpito, quando a Friburgo alla messa conclusiva del viaggio ha sentito nell’omelia queste parole: «Dio esercita il suo potere in maniera diversa da come noi uomini siamo soliti fare. Ha posto un limite al suo potere, riconoscendo la libertà delle sue creature». Tre giorni prima il Papa ha tenuto lo storico discorso al Bundestag, davanti a circa 600 deputati. Mettendo a tema i fondamenti dello Stato liberale, alla radice del diritto: «Ci ha richiamati al bene comune», racconta l’eurodeputato tedesco Elmar Brok, tra i presenti all’incontro al Bundestag. «Il potere serve a questo, non per il potere in sé. Sono questioni che descrivono una posizione cristiana, ma che stanno alla base stessa della concezione democratica del ruolo della politica». Per questo «le parole del Papa sono di estrema attualità», spiega da Bruxelles il polacco Jan Olbrycht del Ppe: «Non solo per i tedeschi: riguardano i politici di tutto il mondo». Chi non deve fare i conti, infatti, con queste domande: come distinguere il bene dal male? Come riconoscere il vero e il falso? «Il punto è essere cosciente che ciò che propongo, voto o decido non è l’ultima parola», continua Brok: «C’è qualcuno sopra di me. Perché io sono un essere imperfetto, non ho la verità nel taschino». È quel che ha ricordato il Papa: «L’uomo non è soltanto una libertà che si crea da sé. L’uomo non crea se stesso».
Davanti al Bundestag, Benedetto XVI ha mostrato che natura e ragione sono le vere fonti del diritto: «Mi chiedo spesso: fino a che punto si può scendere a compromessi?», racconta Olbrycht. «Qual è la mia responsabilità se non riesco a fermare una legge ingiusta? L’unico modo per riuscire a distinguere il bene dal male è non dividere natura e ragione. Certo, ognuno deve giocare la sua responsabilità». È «la sfida» di cui parla Daul, colpito anche dal modo con cui il Papa è intervenuto: «Non ha imposto i valori che ha affrontato, ma li ha esposti con umiltà. È stato straordinario».