Una telefonata che alleggerisce la pena

"Punto Famiglia" è un nuovo servizio che nasce per le famiglie dei detenuti. Nato da un progetto di tre universitarie, è stato attivato grazie all'associazione "Incontro e Presenza". Il suo scopo? Dare una mano ai parenti sulle procedure delle prigioni
Emanuele Ranzani

Non si tratta solamente di un aiuto ai carcerati. Lo sportello “Punto Famiglia” è qualcosa di più. Questo nuovo servizio vuole aiutare le famiglie dei detenuti alla loro prima carcerazione. Questa è la sua novità. E non è cosa da poco. Di fatti, sono numerose le opere e i volontari che assistono i detenuti nelle prigioni italiane. Ma ogni carcerato, lascia alle sue spalle un mondo: la realtà quotidiana che viveva prima della pena. E chi si occuperà delle loro famiglie? Dei problemi improvvisi e non previsti che queste dovranno affrontare? Chi le aiuterà a entrare in rapporto con regole e norme di istituzioni che non conoscono?

Questo nuovo progetto nasce da una esigenza chiara. Nella situazione complessa e difficile delle nostre carceri c’è chi «accorgendosi di alcuni buchi nel sistema penitenziario prova a migliorare le cose giocandosi direttamente». Così spiega Emanuele Pedrolli, responsabile dell’associazione di volontari “Incontro e Presenza” che da 27 anni offre sostegno ai carcerati. Ed è proprio grazie alla collaborazione con questa associazione che è stato possibile attivare lo sportello “Punto Famiglia”.

«Tutto è nato in un modo particolare», spiega Petrolli: «Un giorno ci hanno chiamato tre universitarie: Cecilia, Federica e Anna. Il loro corso di laurea in Scienze Politiche e Sociali al termine degli studi non richiedeva una tesi, ma l’elaborazione di un progetto innovativo per una realtà sociale. Erano molto interessate alle condizioni della vita in carcere e ci hanno chiesto diverse informazioni». Le studentesse dopo aver incontrato ex detenuti, magistrati e assistenti sociali, si rendono conto che un bisogno primario è quello di aiutare le famiglie che per la prima volta entrano in contatto con il mondo carcerario. Continua Pedrolli: «Il loro progetto proponeva la creazione di uno sportello come spazio di ascolto, accoglienza e orientamento delle prime esigenze delle famiglie nel momento critico dell’entrata di uno dei loro componenti nel circuito penitenziario».

Quando l’idea è divenuta progetto, “Incontro e Presenza” ha scelto di metterlo in pratica. Da inizio giugno il servizio è attivo, gratis. Lo sportello si rivolge principalmente al carcere di San Vittore dove la maggior parte dei detenuti in attesa di giudizio vengono trasferiti. Ma l’aiuto si rivolge a tutti coloro che ne fanno richiesta.
Le famiglie dei “nuovi arrivati” vivono fin dall’inizio momenti di smarrimento e hanno molte domande a cui non trovano risposta. «Le loro richieste possono sembrare banali, ma diventano presto preoccupazioni dato che non sanno a chi rivolgerle»

In sostanza i servizi che lo sportello “Punto Famiglia” offre sono due. Innanzitutto si occupa di portare a conoscenza delle famiglie le pratiche con cui avvengono in carcere i colloqui, le telefonate, come far arrivare loro i pacchi di generi alimentari o di vestiario. In secondo luogo assiste le famiglie più bisognose, dando pacchi alimentari e aiutando i figli nello studio.

Lo sportello “Punto Famiglia” è contattabile dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 18.00 al numero 389 3152584.