La raccolta "Uno di noi" fuori dalle parrocchie.

"Uno di noi": una firma last minute

Mancano poche ore alla chiusura della campagna firme europea più importante degli ultimi tempi. Una mobilitazione a difesa della vita, fin dal suo concepimento. È possibile firmare fino alla mezzanotte di venerdì 1 novembre

Mancano poche ore alla chiusura di una delle più importanti campagne di raccolta firme degli ultimi tempi. Oltre un milione e mezzo di consensi raccolti in tutta Europa, con ben diciassette Paesi che hanno superato il quorum previsto dalle normative di Bruxelles sulla base del numero degli abitanti. Ultime a varcare la soglia minima sono state Lettonia e Grecia, con il grande contributo, su Atene e dintorni, della chiesa ortodossa. È la campagna “Uno di noi”, avviata l’anno scorso in tutti i Paesi del Vecchio Continente per chiedere di fermare il finanziamento, da parte dell’Unione Europea, di quelle realtà che portano avanti esperimenti su embrioni umani, o che promuovono l’aborto come strumento terapeutico.

Il sostegno alla raccolta è stato fin da subito molto ampio: chiese di varie confessioni, politici, deputati e leader della società civile si sono impegnati in tanti modi, in appoggio a una commissione competente, composta di sette cittadini di Paesi diversi, e all’ufficio di coordinamento centrale. Braccio e vera forza di “Uno di noi”, le migliaia di volontari in tante piazze europee e parrocchie a sottoporre ai cittadini i fogli della petizione. Non solo. Tanta parte delle firme, quasi seicentomila, sono state raccolte online negli appositi format da compilare sul sito dell’iniziativa.

Non si tratta solo di bloccare una legge o di protestare contro qualche decisione. Per gli organizzatori della campagna, il cuore della vicenda riguarda un cambiamento culturale più profondo: «L’obiettivo è quello di far progredire notevolmente, in Europa, la protezione della vita umana sin dal concepimento sulla base della definizione di embrione umano come “l’inizio dello sviluppo dell’essere umano”, come affermato in una sentenza della Corte di giustizia europea». Insomma, ci si aspetta che le future politiche comunitarie tolgano dai loro bilanci i sostegni a quelle attività che «distruggono la vita, nonché un cambiamento politico e una maggiore consapevolezza della necessità di rispettare la volontà di tanti cittadini europei».
Anche l’Italia è stata attore di primo piano nella raccolta. «Oltre ogni steccato ideologico o confessionale», aveva spiegato Maria Grazia Colombo, portavoce del comitato nel nostro Paese. La dimostrazione, le ha fatto eco Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita, del fatto che difendere il valore della vita è qualcosa di profondamente laico, «qualcosa che ha a che fare innanzitutto con la ragione».

Per questo è valido l’invito a sottoscrivere la petizione “Uno di noi” per chiunque non l’abbia ancora fatto. C’è ancora tempo di farlo online, sul sito www.firmaunodinoi.it, fino alla mezzanotte di venerdì 1 novembre.

FIRMA L'APPELLO SU WWW.FIRMAUNODINOI.IT