Un Dio vicino

In allegato a "Tracce" di giugno, un tabloid dedicato alle giornate milanesi con brani dai discorsi di Benedetto XVI durante la sua visita

Difficile pensare a qualcosa di più universale. Attraversa tempi e spazio, epoche storiche e civiltà. E ci accomuna tutti, perché tutti ne abbiamo - o ne abbiamo avuta - una. È per questo che quando un Papa parla “alla famiglia”, parla a tutti. A ognuno di noi, uno per uno. E ad ognuno di quel milione di fedeli che hanno accolto Benedetto XVI all’aeroporto di Bresso, per la Messa conclusiva del VII Incontro mondiale delle Famiglie. Uno per uno.
Così ora che il raduno è finito, ora che quel popolo sui generis affluito da tutto il mondo, strano e buono (dove avete mai visto tante facce felici tutte insieme?), ha lasciato Milano portandosi a casa un tesoro di incontri ed esperienze, resta una domanda, acuta. Accanto alle molte verità dette sulla famiglia, assieme a quelle parole spese con forza per richiamarne temi e valori specifici (il matrimonio, l’amore reciproco, l’educazione dei figli, il dolore dei divorzi) o per interpellare la società politica e civile, che non tutela mai abbastanza quella che il cardinale Angelo Scola - padrone di casa - ha definito la «risorsa fondamentale comune ad ogni uomo di ogni tempo e luogo»; accanto e dentro a tutto questo, che cosa ha detto il Papa a me? A me, che sono padre o madre o figlio, ma che accanto e dentro tutto questo sono un punto irriducibile, un io?
Nelle pagine che seguono troverete alcuni stralci degli interventi del Pontefice a Milano. L’invito, naturalmente, è di riprendere tutti i testi, integrali, e di studiarli a fondo. Ma già qui, in questa piccola antologia, si può individuare un filo rosso dei suoi tre giorni milanesi: l’appello continuo a una «vita piena», alla «chiamata a cose grandi», alla «gioia della fede», a quella «santità, via normale del cristiano» che ci riguarda tutti. E, in primo luogo, l’invito a ciò che rende possibile tutto questo, anche in famiglia: il rapporto con Cristo.
È Lui il «tessuto della vita, personale e comunitaria». È Lui il «Dio vicino, capace di sostenere l’uomo e la sua vita anche nelle difficoltà», come ha ricordato il Pontefice alla Scala (accennando al terremoto che in questi giorni scuote l’Emilia). È di Lui che abbiamo bisogno, sopra ogni cosa: per mettere su famiglia e per vivere, per rischiare e faticare. Abbiamo bisogno di Cristo, Dio che si è fatto carne e compagno. E abbiamo bisogno di quella Chiesa in cui si rende presente ora. Grazie a Pietro. Grazie al Papa.