Volontari Meeting nei box della promozione.

Un Altro che opera, anche attraverso una penna

Al Meeting, Giovanni e Giuseppe hanno lavorato come volontari nel settore promozione. Tra la vendita di un catalogo e il "Quotidiano" da distribuire, raccontano dei loro incontri. Da padre Ibrahim di Aleppo a Claudia, un'impiegata in uno stand

Quest’anno per la prima volta abbiamo vissuto il Meeting da volontari nel settore della promozione (distribuzione del Quotidiano Meeting e vendita dei cataloghi) ed è stato un susseguirsi di incontri. Una ricchezza così grande da non poterci non sentire preferiti, a partire dagli amici con cui siamo scesi a Rimini, fino alla “sconosciuta” dello stand dell’Eni.

Ci siamo proprio accorti che la vita è diventata rapporto tra il nostro io e Dio. Un rapporto d’amore perché, come ha detto Lepori, a noi manca Dio, ma non quanto a Dio manchiamo noi. Basta lasciarsi trovare. Così la realtà tutta è il modo con cui siamo in relazione con Dio; e tutti e tutto possono essere il modo con cui Lui si fa presente nelle nostre giornate. E gli incontri più belli li abbiamo vissuti proprio in fiera.

Prima di tutto con padre Ibrahim di Aleppo, che siamo riusciti a intercettare nei corridoi della fiera. Esempio di una vita che è resa centuplo perché completamente donata e che vive la realtà come alleata e testimonia che l’altro è un bene. Ha detto Giovanni: «Quell’incontro ha cambiato qualcosa in me. La sera stessa, infatti, di fronte a un ragazzo vestito da donna non ho potuto, come avrei fatto di solito solamente commentare tra me e me infastidito, ma, è nata la domanda di come porsi davanti a una circostanza del genere, perché se la realtà è alleata e l’altro è un bene, questo deve passare anche attraverso quel ragazzo».

L'altro incontro per cui ci siamo sentiti preferiti è la conoscenza di Claudia. Racconta Giuseppe: «Stanco la sera prima di smontare e andare a casa, mi chiedono di portare un messaggio allo stand di Trenitalia, ma essendo chiuso vado per chiedere una penna allo stand vicino della Eni. Mi chiedono: che lavoro faccio e quanto guadagno. Quando scoprono che io ho addirittura pagato per lavorare alcuni mi insultano altri restano stupiti. Claudia dice solo: “Perché?”. Io rispondo che lo faccio perché servo una bellezza che mi ha conquistato. Nel frattempo si aggiungono al dialogo Giovanni e Nicolò - i miei due amici con cui condividiamo il turno -, così tutti siamo chiamati a metterci in gioco per rispondere alle sue domande».

La discussione si conclude con un invito a mangiare insieme. A cena andiamo senza alcuna intenzione di cambiarla o di convertirla. La cosa più impressionante è stata che le sue domande riguardo alla vita, alla politica e a tutto sono esattamente le stesse con le quali io e i miei amici ci imbattiamo tutti i giorni. Parlare con lei e raccontarle della nostra esperienza, è stato il modo più bello per verificare quello che stavamo vivendo così da renderlo più chiaro a noi stessi. È stata l’esperienza reale del centuplo perché non abbiamo potuto evitare di raccontarle cosa è nato dall'incontro con la compagnia di Gs. Così l'ultimo giorno previa una colletta - le abbiamo regalato Il senso religioso, Vita di don Giussani e il video Il pensiero, i discorsi, la fede. Prima di partire l’abbiamo salutata e ci siamo scambiati i contatti.

Non sappiamo cosa ne sarà di Claudia, ma dopo quest'esperienza siamo tranquilli che la vita di ognuno è proprio nelle mani di un Altro che “opera sempre”, anche attraverso una penna.

Giovanni e Giuseppe, Monza