Rovereto, la notte di capodanno.

«Ma perché siete stati con noi?»

Trenta giessini, collaborando con la diocesi di Trento, organizzano la festa dell'ultimo dell'anno con madri e bambini in difficoltà. Una serata semplice, tra balli, canti e giochi. Tanto bella da far chiedere: «Voi chi siete?»

"Capodanno capovolto: dai all'ultimo un nuovo volto". Questo era il titolo dell'iniziativa diocesana della pastorale giovanile di Trento, che nel rapporto di amicizia con il responsabile don Rolando, ha dato lo spunto per realizzare la nostra festa di fine anno di Gs.

L'invito era quello di dedicare la serata a chi non aveva possibilità di festeggiare, partendo dai molti inviti di papa Francesco a gesti di misericordia e gratuità. Così, con l'aiuto di amici che lavorano in una struttura di accoglienza per madri e bambini in difficoltà, provenienti anche dal nord Africa e dall'Europa dell'Est, abbiamo costruito una serata che ha stupito tutti, da chi l'ha organizzata a chi vi ha partecipato come ospite.

Il gesto è iniziato nel pomeriggio, con la messa del "Te Deum", insieme ai giovani della pastorale, presso il seminario di Trento, dove abbiamo ricevuto un mandato di tre passaggi che ci hanno aiutato a vivere: ascoltare, guardare e custodire. E colpiva vedere in chiesa novanta ragazzi che avevano deciso di dedicare ad altri la propria serata di fine anno.

Ci siamo, poi, spostati con il treno a Rovereto, dove ha sede "l'Opera famiglia materna" che ci ospitava, e lì abbiamo cominciato ad allestire la sala e a preparare i tavoli per la cena che avremmo poi condiviso con le donne e i loro bambini, mentre altri, in cucina, tra padelle e forni, preparavano manicaretti di varia natura, che poi sarebbero stati arricchiti da prodotti tipici portati dalle ospiti della struttura.

La serata, che ha coinvolto circa settanta persone, si è svolta con gran semplicità tra canti, balli e giochi per i bambini, ma per realizzarla i ragazzi si erano trovati più volte durante le vacanze. Dalle loro parole emerge che ciò che ha stupito tutti è stata la facilità con cui i bambini, ma soprattutto le donne, si sono lasciati coinvolgere. Nonostante la preoccupazione organizzativa, è prevalso uno sguardo umano che ha conquistato tutti. Una delle ospiti ci ha chiesto: «Ma voi chi siete? Perché giovani come voi hanno scelto questa sera di venire a giocare con i nostri bambini invece che stare con gli amici?».

Alla fine della festa c'è stato il ringraziamento commosso delle ospiti, colpite dai visi e dalla disponibilità dei ragazzi a coinvolgere ed essere coinvolti. C'è stata la scoperta da parte di tutti noi che è più corrispondente fare gratuitamente le cose per gli altri e che, quando Lui opera tra di noi, la Sua presenza cambia. È, se opera!

Marta, Trento