L'incontro a Palazzo Ducale, Genova.

Una questione prima di tutto umana

Settecento persone per la presentazione de "La bellezza disarmata", a Palazzo Ducale. Un dialogo con il vicedirettore del "Corriere della Sera", Antonio Polito, e l'autore, Julián Carrón: «Il cristianesimo offre una possibilità per aderire alla libertà»
Emanuele Sanguineti

La crisi che ha colpito l'umano, l'educazione, il contributo del cristianesimo alla vita delle persone e alla società, il valore dell'incontro con l'altro. Questi sono stati solo alcune delle tematiche che hanno animato l'incontro di venerdì 18 novembre nella Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale, a Genova, in occasione della presentazione del libro La bellezza disarmata di don Julián Carrón, di fronte a settecento persone. Oltre all'autore, era presente anche Antonio Polito, vicedirettore del Corriere della Sera.

Il saluto dell'assessore alla Cultura del Comune di Genova, Carla Sibilla, promotrice dell'evento, ha fornito un esempio di come le istituzioni possano essere «un luogo in cui si possano incontrare i diversi soggetti, ciascuno con la propria identità, per aiutarsi a camminare verso il destino di felicità a cui tutti aneliamo».

A dare via al dialogo è stato Siro Roncallo, responsabile della comunità di Comunione e Liberazione, che ha raccontato come l'idea della presentazione a Genova sia sorta subito dopo l'uscita del libro, circa un anno fa: «Con alcuni amici è diventato uno strumento per affrontare le circostanze in un periodo caratterizzato da una profonda crisi, che a Genova sembra particolarmente acuta». «Condividerlo nel corso dei mesi ha permesso di apprezzarne sempre più il valore», continua Roncallo: «Le domande che abbiamo scelto di fare oggi sono nate dal confronto con la realtà, e sopratutto nel rapporto tra dimensione personale e civica».






















Nel suo intervento Polito ha evidenziato come, rileggendo il libro, si è scoperto in dialogo continuo con Carrón: «È un libro sulla condizione umana, sottoposta a numerose sfide: battaglie sia contro nemici non umani - come il terremoto - ma anche contro la disumanità: come dice Francesco, c'è una "terza guerra mondiale a pezzi"». «Si ha paura di perdere il lavoro, paura per il futuro dei figli». La realtà ci chiama costantemente a interrogarci su cosa è l'uomo e quindi sul rapporto con ciò che va oltre l'uomo. La situazione faticosa che ci troviamo ad affrontare non può essere analizzata solo come crisi economico-politica o di civiltà: c'è, anzi, qualcosa di più profondo. «Crollo demografico e terrorismo sono esempi di come la crisi odierna non abbia, all'origine, a che fare con economia o politica». Per lui, il libro di Carrón offre strumenti per far fronte a queste questioni, che sono prima di tutto umane, e solo dopo sociali.

Don Carrón ha rincarato la dose: «Stiamo assistendo ad un accurato svisceramento dei principi, che si presumeva fossero intoccabili», dice citando Zygmunt Bauman. Viviamo in un'epoca dove la tendenza è di far prevalere appelli emotivi o idee, rispetto alla realtà nuda e cruda. In un contesto simile è quasi impossibile mettersi d'accordo, e evidenze che sembravano condivise da tutti non lo sono più: tutto si sgretola. Viene meno anche la possibilità di sperare, di avere prospettive: oggi abbiamo una libertà senza pari, ma non abbiamo ragioni per utilizzarla. «Ho scritto il libro per mostrare come il cristianesimo offra una possibilità per aderire fino in fondo alla libertà».






















Cosa vuol dire che il cristianesimo permette di esaltare la libertà? Il libro lo racconta lasciando parlare degli episodi accaduti. Tra questi, c'è anche il racconto di Rose, un'infermiera ugandese che davanti a malate di Aids che non volevano curarsi, non ha potuto fare altro che voler loro bene per quello che erano, nella loro interezza: solo allora quelle donne hanno iniziato a curarsi, quando Rose ha offerto loro una compagnia. Il cristianesimo può dare un contributo credibile solo se offre una possibilità valida per la vita dell'uomo. Carrón conclude: «La fede non è un autoconvincimento: al contrario, essa può offrire alla vita una possibilità di essere umana».