Una scena del film.

Quando i bambini (e i grandi) fanno ohhh

Un viaggio tra America e Asia, per arrivare fino in Europa. Obiettivo? Salvare il Pianeta. Le macchine più simpatiche del mondo tornano sullo schermo nel nuovo film d'animazione della Pixar. Una storia capace di emozionare i più piccoli e non solo...
Emma Neri

Da quanto tempo non entrate in un cinema pieno di bambini? Vale la pena provare perché, quando i bambini fanno ohhh, cambia il criterio per giudicare un film. In Cars 2 succede spesso, e non sempre le sequenze che lasciano a bocca aperta i grandi coincidono con quelli che elettrizzano i piccoli. È la caratteristica principale dei film Pixar, la produzione, oggi Disney, che ha al suo attivo i migliori prodotti di animazione degli ultimi anni, da Up a Toy Story. L’ultimo, Cars 2 racconta la vita segreta delle macchinine, quelle che i nostri figli, quando camminavano a quattro zampe, lasciavano in giro per la casa, oppure ordinavano la sera, prima di dormire, in file organizzate e sorprendenti lungo i muri, dietro i divani, sotto i tavoli.
È un’idea grandiosa, quella di umanizzare le macchine e renderle protagoniste di un film. John Lasseter, l’uomo che ha inventato la Pixar e che oggi dirige la Disney, ha ereditato la passione dal padre che lavorava per la Chevrolet. E nel 2006 ha realizzato Cars, storia di una macchina da corsa, Saetta McQueen, che, grazie all’incontro con gli abitanti di un paesino dimenticato dal mondo, capisce che l’amicizia è più importante del successo. Cars 2 è il seguito, un viaggio che spazia dall’America all’Asia per finire in Europa, ripescando i personaggi più riusciti del primo episodio e introducendone molti altri.
I bambini sono gli spettatori ideali di un film come questo: fanno spallucce di fronte all’intreccio troppo complicato e politicamente corretto, con petrolieri cattivi che fanno la guerra ai produttori di carburante biologico, però vanno pazzi per le macchine, per gli occhioni sul parabrezza, i sorrisi del paraurti, le mossette delle sospensioni. E ridono a crepapelle quando Cricchetto, il carro attrezzi arrugginito e coraggioso, a Tokyo per accompagnare l’amico Saetta in gara, dice davanti a una pasta verde uguale in tutto e per tutto al gelato al pistacchio: «Io son Cricchetto e ne voglio un carretto». Volano addirittura i popcorn, quando si scopre che non di gelato si tratta, ma di wasabi, la pasta piccantissima per condire il sushi.
Il resto è per noi adulti: le voci di Sofia Loren e Franco Nero per la famiglia italiana di Luigi, Cinquecento napoletana doc, i cattivi, vecchie macchine dell’Est europeo dette "catorci", il viaggio di Saetta attraverso l’Europa, la luce soffusa sui ponti di Parigi e il cielo grigio di Londra. Per arrivare all’invenzione più vera del vero, un’Italia solare e bellissima, una grande fotografia che mette insieme i castelli e le casette di mattoni, le colonne antiche e l’acciottolato delle strade, i tornanti della costiera amalfitana e le piazze affacciate sul mare della Liguria. Ci si ritrova alla fine, piccoli e grandi, a fare il tifo per le capriole di Saetta sul circuito della World Cup, tutti insieme a fare «ohhh!», quasi fossimo a Monza, quasi fossimo a casa.

Cars 2

di Brad Lewis e John Lasseter,
Pixar, Disney