Una vetrata della chiesa di san Gaetano <br>(Abbiategrasso).

Una dimora per il popolo

Con l'inaugurazione del 13 ottobre la chiesa di San Gaetano cambia volto. Luminosità, semplicità ma allo stesso tempo grandezza. Ecco cosa può (ri)costruire la fede. «Una bellezza che viene dalla vita quotidiana e che ad essa rimanda»
Gianni Mereghetti

Una chiesa dedicata a San Gaetano, nella periferia della città di Abbiategrasso, un luogo di incontro con l'esperienza cristiana per tanti bambini, ragazzi e giovani. Da sempre e solo chiesa dell'oratorio: alta ma non slanciata, dalle forme squadrate, senza tocchi di fantasia, priva di immaginazione, ma che in questi anni è rinata grazie alla determinazione di monsignor Paolo Masperi, alla genialità di monsignor Domenico Sguaitamatti e dell'architetto Alessandro Rondena che assieme alle maestranze, come in un cantiere medioevale, si sono impegnati, ognuno nel loro piccolo, a costruire un'opera grande.

Questo è apparso chiaro domenica 13 ottobre, quando il cardinale Angelo Scola ha consacrato la chiesa alla presenza degli abbiatensi. Un'altra chiesa, questo è quello che il popolo in festa si è trovato di fronte. Tolte le impalcature, ordinate le panche e liberato l'altare di ogni cianfrusaglia, una novità si è imposta all'attenzione di tutti. Di volto in volto è corsa la meraviglia: dalle forme rigide e lineari della struttura è stato tratto un piccolo gioiello dai tratti ondeggianti con incastonate gemme luminose. La stessa chiesa, eppure del tutto nuova, il segno che la genialità di una esperienza cristiana può costruire rinnovando.

Questo è il piccolo miracolo della chiesa di San Gaetano ad Abbiategrasso, di chi ha lavorato attingendo alla genialità architettonica proveniente dall'esperienza reale della gente, dalla fede semplice di generazioni e generazioni che fino ad oggi hanno trasmesso la certezza che viene dall'incontro con Cristo.

Il legame con l'esperienza lo si legge nel marmo e sui muri, nei colori e negli intagli, nelle vetrate e nelle volte: tutto traspira una bellezza semplice e attraente. È la bellezza che viene dalla vita quotidiana e ad essa rimanda. Ed è questo che la luminosità fa scoprire in ogni suo angolo, dalla piccola cappella dedicata a Maria allo spazio dei confessionali dove domina la misericordia, dall'abbraccio della chiesa intera a quello del coro, che come quelli medievali torna a vivere dentro il bisogno di dialogo che oggi vibra nel mondo.

Una linea di luce impressa sul pavimento rende ancor più attraente l'edificio. È il segno della luce della fede, che fa da solco alla vita di tutto il popolo cristiano. La consacrazione della chiesa di San Gaetano rende ragione di questa linea che attraversa il tempo in cui siamo. È stato il Signore a tenerla viva, e a continuare a imprimere nel tempo l'impronta della sua umanità. Oggi il Signore tende questa linea verso nuovi orizzonti, sempre più ampi e affascinanti. Oggi bisogna dar atto al popolo cristiano di esserci, così che una chiesa ridiventi la sua dimora. E il fatto che sia bella lo facilita, come anche l'essere grati a chi, come monsignor Masperi, monsignor Sguaitamatti e l'architetto Rondena, ha creduto in un'opera nuova.

Ciò che è stato fatto ad Abbiategrasso è più di un restauro e di una ristrutturazione. Si è ridato forma ad un luogo che prende vita da qualcosa di più grande di tutta la capacità creativa dell'uomo, è questo che fa bella una chiesa di periferia, e di una periferia provinciale: che la sua bellezza attinge da una vita, tanto da sfidare questa stessa vita.