Marco Malinverno all'udienza con Benedetto XVI.

«Chi tiene in piedi quello che facciamo?»

A pochi giorni da un gesto che coinvolgerà oltre 3mila farmacie, i responsabili del Banco Farmaceutico sono andati ad incontrare Benedetto XVI per «affidare l’opera a una paternità più grande». Ed «educarci a ricordare che nulla è nelle nostre mani»
Davide Ori

Manca poco. Sabato 9 febbraio si terrà la Giornata di Raccolta del Farmaco. E proprio nel mezzo dei preparativi, Consuelo De Lorenzi, responsabile per la città di Roma, e Marco Malinverno, direttore generale della Fondazione Banco Farmaceutico, sono andati a incontrare Benedetto XVI.

L’occasione è stata l’Udienza generale di mercoledì, quando hanno donato al Papa mille farmaci destinati alle Suore di Madre Teresa di Calcutta, che curano il centro “Dono di Maria” in Vaticano. «L’abbiamo voluto incontrare perché ci abbracciasse e ci accompagnasse con la preghiera», racconta Malinverno: «Siamo andati per affidare l’opera a una paternità più grande».

Un cammino lungo dodici anni. «Il Banco Farmaceutico è nato nel 2000 per rispondere all’esigenza della gente povera», commenta: «In questo periodo, sono state raccolte quasi tre milioni di confezioni di farmaci, per un valore di circa 17 milioni di euro. Oggi abbiamo oltre 500mila persone che ogni giorno sono assistite dai 1.449 enti caritatevoli convenzionati con il Banco in tutta Italia». È più di una goccia, anche in un mare che, in Italia, conta oltre 8 milioni di persone al limite della sussistenza (dati Istat, 2011). Ed è un lavoro che va molto oltre la Raccolta, che pure sabato vedrà i volontari del Banco impegnati «In oltre 3mila farmacie, distribuite in 89 province e 1.200 comuni italiani».

A consegnare al Papa la targa con la donazione è stato proprio Malinverno. «Gli ho raccontato chi siamo e della Raccolta. Prima di salutarlo, ho chiesto di pregare per noi. Mi ha stretto le mani, e ci ha benedetti». Sono bastati quei pochi minuti. «Il suo sguardo e le sue parole mi hanno commosso. In quel momento è stata evidente l’origine del nostro impegno sociale».

Alcuni volontari della Fondazione avevano “salutato” Benedetto XVI già domenica 3 febbraio, in Piazza San Pietro per l’Angelus. «Una sessantina di persone in tutto. Lì, per testimoniare la nostra opera nella Giornata per la vita. Un’occasione anche quella, per educarci a ricordare Chi tiene in piedi tutto il lavoro che facciamo».

Questo come si traduce nella vita del Banco? «Un esempio. La scorsa settimana ho sentito Tiziana, responsabile della Raccolta su Napoli, per sapere quante farmacie avevano aderito quest’anno», racconta il Direttore. Il numero era lo stesso della scorsa edizione. Altre avrebbero anche partecipato, ma Tiziana aveva dovuto escluderle per la mancanza di volontari. «Quando l’ho saputo, le ho detto di lasciare fare a Cristo, perché non poteva controllare tutto lei». Dopo la telefonata, Tiziana ha richiamato le farmacie, e i volontari si sono trovati in un attimo. «Gli alpini del posto si sono resi subito disponibili». Ma la cosa più imprevista è stata la chiamata di un professore di Farmacia dell’Università di Napoli, che ha deciso di valorizzare con dei crediti formativi gli studenti che parteciperanno alla Raccolta. «La verità è che nulla è nelle nostre mani, e dal Papa questo è stato chiaro», conclude Malinverno: «Il mio compito è solo rispondere a ciò che ho da fare. Affidandolo a Chi lo può salvare».