Il volantino di «Uno di noi».

Un referendum che chiede: «Chi è l'uomo?»

Questo week-and in tutte le parrocchie si potrà firmare a favore dell'iniziativa "Uno di noi". Contro la cultura della morte, per difendere l'embrione umano. Lo scopo è promuovere il riconoscimento giuridico del bambino fin dal suo concepimento
Maria Luisa Minelli

Li troveremo fuori dalle chiese, penne e foglietti in mano. E vale la pena prestare attenzione: sono i volontari coinvolti nella campagna di raccolta firme che domenica 12 maggio proporranno di sostenere il progetto “Uno di noi”.

È una iniziativa promossa dai Movimenti per la Vita e altre associazioni pro life in tutti i 27 Paesi dell’Unione Europea. Lo scopo? Promuovere il riconoscimento giuridico del bambino fin dal suo concepimento, nella pancia della mamma. Ma non solo. Il progetto chiede che si ponga fine al finanziamento delle attività che presuppongono la distruzione di embrioni umani, in particolare nei settori della ricerca, dello sviluppo e della salute pubblica.
È una grande battaglia apertasi un anno fa, e che vede protagoniste tante voci che chiedono all’Europa di tutelare la vita e il concepito.

È solo dal 2012 che, grazie all'attuazione del Trattato di Lisbona, i cittadini europei possono proporre direttamente questo genere di petizioni all'Ue: se si raggiunge il quorum di firme richiesto, un milione, la questione viene presa in esame dalla Commissione Europea, che può procedere a produrre un atto giuridico.

A oggi sono già state raccolte 300 mila firme. Al primo posto tra i firmatari si colloca l’Italia, che ha trovato 90mila consensi, soprattutto grazie al sostegno arrivato dei vescovi, che hanno esortato sacerdoti e laici nella diffusione della campagna. E proprio per favorire la sensibilizzazione popolare è stata indetta la giornata di raccolta unitaria per il 12 maggio, che vedrà coinvolte tutte le parrocchie con l’aiuto di associazioni e movimenti laicali.

Aderire al gesto è molto semplice. Si può compilare il modulo che verrà distribuito fuori dalle chiese, oppure dare il proprio consenso direttamente sul sito dell’iniziativa.

Sarà, dunque, la possibilità di rispondere all’appello degli organizzatori e dei sostenitori della campagna, sintetizzato bene dalle parole di Filippo Vari, docente di Diritto costituzionale all’Università Europea di Roma: «È il momento in cui coloro che credono in determinate idee possono organizzarsi spendendosi in prima persona attraverso gli strumenti che la democrazia mette loro a disposizione. Prima ancora che una battaglia giuridica, la campagna europea “Uno di noi” vuole ribaltare un dibattito culturale contrario al diritto alla vita».

Allora, il concepito è o no un essere umano? È o no uno di noi? Già far risuonare questa domanda è un successo, perché genera una salutare inquietudine.