La Via Crucis al Triduo di GS (Foto Denis Billi/Fraternità CL)

Gioventù Studentesca. La luce nuova

Da un progetto di Filosofia a scuola all'invito al Triduo di Pasqua. Livia racconta l'amicizia con Maria Alessandra e i tre giorni a Rimini. E quello che si è portata a casa al ritorno

Frequento il quarto anno del liceo artistico e ho incontrato Maria Alessandra, di Gioventù Studentesca, attraverso un progetto di Filosofia organizzato dalla scuola. Ci siamo conosciute durante le prime lezioni del corso perché lei era incuriosita da alcune mie riflessioni. E così ci siamo presentate e ci siamo scambiate i numeri di telefono, ma, a quel punto, nemmeno il tempo di recuperare le mie cose... ed era già sparita! Dopo quel primo incontro, ci siamo riviste un paio di volte: chiacchierate fugaci e stimolanti, mi piaceva stare con lei. Nel frattempo, entrambe eravamo arrivate alla fase successiva del progetto e così ci siamo trovate di nuovo insieme per affrontare la lezione successiva. Stavolta la prova era stata stancante, tuttavia, al termine c’eravamo trovate in un angolo del corridoio dove aspettare in pace il suono della campanella. E poi, dopo qualche giorno, inaspettatamente, mi ha invitata al Triduo a Rimini. Perché io abbia accettato non lo so, non sapevo assolutamente cosa mi attendeva! Avevo però chiara una cosa: dovevo dire di sì, perché in fondo non potevo trovarmi di fronte ad una occasione così importante e voltare le spalle. Avrei conosciuto persone nuove, qualcosa di bello, ma soprattutto avrei trovato una risposta al desiderio che da mesi portavo nel cuore, alla mia sete: dire di no non me lo sarei perdonata. Così nei giorni seguenti ho seguito Maria Alessandra al “Centro” dove i ragazzi di GS si ritrovano, e il venerdì successivo ero già al mio primo raggio (l’incontro settimanale dei ragazzi di GS, ndr), proprio prima del Triduo. Devo ringraziare gli adulti per aver organizzato il mio viaggio a pochi giorni dalla partenza; e ringrazio ancor di più i ragazzi che ho conosciuto quel giorno per avermi rinvitato al Triduo: è stata proprio “l’atmosfera” di quella compagnia a darmi l’ultima conferma per decidere di andare.

La sera del giovedì è stata per lo più di ambientamento, mentre venerdì sono riuscita ad entrare nello spirito di quel viaggio. Infatti, nella lezione della mattina don Fabio ha parlato direttamente alla mia esperienza: ci ha fatto meditare sul dialogo tra la Samaritana e Cristo che la incontra al pozzo. Anche la Via Crucis, seppur lunga, è stata sorprendentemente bella. Quello che più mi ha colpito, però, è avvenuto venerdì sera. Dopo cena, eravamo tutti riuniti in una saletta dell’albergo per raccogliere le domande da inviare a Seve e a don Fabio che tenevano il Triduo. Ognuno di noi era rimasto colpito e si era soffermato su frasi diverse: ci siamo trovati accomunati dalle domande del nostro cuore, quei ragazzi che conoscevo a malapena condividevano qualcosa con me. Conclusa l’assemblea, con alcuni siamo scesi in spiaggia e abbiamo iniziato a cantare in riva al mare, è stato un momento meraviglioso, ho percepito che lì c’era qualcosa di bello. Sabato, io e Maria Alessandra ci siamo messe in fila per la Confessione che, ad essere sincera, non “frequentavo” da un po’ e sono stata toccata profondamente anche da quel momento. La mattinata si è conclusa in bellezza con la testimonianza di don Francesco, che ci ha regalato uno spaccato di vita vera, che ho sentito molto vicina alla mia.

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Ero partita da Roma con Maria Alessandra con altri ragazzi e adulti e al termine del Triduo, tornavo a casa con le stesse persone, ma in modo diverso: sapevo di portare con me una luce nuova. La settimana dopo ero di nuovo al “Centro” e poi al raggio e alle serate insieme. Certamente non si crea un'amicizia dall’oggi al domani, ma sono più che felice di aver potuto incontrare queste persone e non posso che ringraziare col cuore colmo di gioia. Il Triduo è stato per me esattamente ciò di cui avevo bisogno senza neanche saperlo, un incontro inaspettato. Proprio come per la Samaritana che si imbatte in Cristo quando meno se lo sarebbe aspettato.
Livia, Roma