Monsignor Angelo De Donatis, cardinale vicario della Diocesi di Roma (Foto: Catholic Press Photo)

De Donatis: «Approfittate di Don Giussani, imparate da lui»

L'omelia del cardinale vicario della Diocesi di Roma, alla messa con la comunità di CL, in occasione dell'avvicendamento del responsabile diocesano della Fraternità
Angelo De Donatis

Cari fratelli e sorelle,
questa sera vogliamo rendere grazie per don Eugenio Nembrini, per il servizio svolto in questi anni nella fraternità di Roma. I doni che vogliamo raccogliere sono la vita nuova e l’unità all’interno della Fraternità. Lo sosteniamo con la preghiera perché continui il suo ministero di accompagnare alla pienezza della vita.
Rendiamo anche grazie per don Remigio Bellizio che guida la fraternità a Roma. L’obbedienza di Remigio e di Eugenio alla volontà di Dio è l’espressione più bella di un’amicizia che dura da tanti anni e che ha prodotto molti frutti.

Entrambi ricordano Giovanni e Andrea, discepoli che don Giussani citava spesso nei suoi discorsi. I primi discepoli avevano trovato Cristo. Pur non capendo l’aldilà, lasciarono tutto per servirlo e lo seguirono ovunque. Il Signore chiede lo stesso a don Remigio e a don Eugenio perché rimangano nel suo amore. Bello è vederli insieme nel rapporto con il Mistero. Vivono il presente in modo libero e su strade che spesso si incrociano. E in questo intreccio condividono la stessa vocazione, lo stesso carisma, a vantaggio di chi incontrano nel ministero sacerdotale. Hanno fatto molta strada insieme e si spera, come disse don Giussani a un centinaio di giovani memores, che quanto più continueranno a camminare dietro a Cristo, tanto più la vocazione sarà magnifica per loro e per chi otterrà benefici dalla loro esperienza.

Il cardinale De Donatis con alcuni sacerdoti di CL di Roma

Preghiamo l’apostolo Paolo affinché siano disposti a pronunciare in ogni condizione il “Sì” al Signore, alla Chiesa, alla comunità di Comunione e Liberazione, offrendo sé stessi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio. La Fraternità insegna a rimanere fedeli a ciò che accade. Il cambio di guardia nella guida regionale e cittadina di Comunione e Liberazione è il bagliore di un progresso attuato dal Signore e che coinvolge i figli di don Giussani. Il Signore agisce nell’oggi, adesso. Non possiamo comprendere i disegni di Dio se non li realizziamo. È meraviglioso tuffarsi con fiducia nel suo mare profondo e trovarci tutto e tutti. Curiosi, stiamo di fronte alla realtà, pronti a lasciarci sorprendere e a cogliere in essa la presenza di Cristo.

Papa Francesco e la Chiesa sperano di più dal vostro movimento ecclesiale, molto di più, nonostante i problemi e le divisioni sperimentate in questi ultimi anni. L’appartenenza a un carisma senza una vita veramente cristiana è sgradita a Dio. Se favoriamo divisioni all’interno delle comunità, se nella preghiera e nelle azioni non c’è amore per i nemici, rinneghiamo il Vangelo e don Giussani. Gesù lo dice: «Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi i vostri peccati» (Marco 11,25). Oggi ce lo ricorda nel Vangelo di San Matteo: “Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono”.

La crisi fa crescere. Bisogna dunque saper scegliere ciò che è utile alla causa del Vangelo e allontanare ciò che non serve all’annuncio. Un cambiamento può turbare o trovarci impreparati ad accogliere le novità dello Spirito. Di fronte all’azione dello Spirito Santo, occorre affidarsi e seguirlo per nuove strade, permettendogli di agire in noi. Dio vi chiede una rivoluzione! È giunto il tempo di crescere spiritualmente, di lavorare per l’unità della Compagnia, di riproporre la vostra missione con coraggio e creatività.

San Paolo apostolo ai Corinzi, nella prima lettura, scrive che riflettiamo come in uno specchio la gloria del Signore. L’uomo viene trasfigurato dall’incontro con Dio, irradiando luce attorno a sé. Il cristiano non può nascondere il suo volto luminoso, deve brillare nelle tenebre e indicare la meta da raggiungere. Agli esercizi spirituali della Fraternità dello scorso aprile, Padre Mauro-Giuseppe Lepori ha ricordato che “un carisma, una vocazione, una grazia, ma anche e anzitutto il dono della vita, il dono di esserci, e di essere chi siamo, di avere un’anima, non sono mai da «rifare», da «ricreare»: sono da ravvivare, sono da attizzare.” Il compito che attende Comunione e Liberazione è di riaccendere la proposta di carità, di cultura e di missione per il mondo.

Don Remigio, incaricato di un compito di autorità e di governo, dovrà accendere questo fuoco d’amore, favorire il rilancio missionario, indicare a tutti la strada giusta da percorrere, rimanendo uniti e solidali gli uni agli altri. Ma tutti i membri della Fraternità devono collaborare con la grazia divina, affinché s’attizzi la fede in ogni uomo. Papa Francesco disse all’udienza che la Fraternità ancora deve mostrare le sue potenzialità. Approfittate di don Giussani, imparate da lui. Suggeriva di leggere i capitoli della Seconda lettera ai Corinzi, quei brani in cui San Paolo descrive la sua vita, la liturgia della Parola di stasera ne offre l’occasione. Si domandava se c’è un uomo che abbia una grandezza simile all’apostolo, se può esistere un uomo così. E dava una risposta sorprendente: un uomo così può esistere se è pieno di commozione per Cristo e guarda all’uomo come lo guarda Cristo, con tenerezza, pensando al suo destino e dando sé stesso per il suo destino, per il destino dell’uomo, per il tuo destino. Nell’apostolo Paolo, don Giussani indica un modello di santità da seguire, una testimonianza che incarni Cristo nella storia degli uomini. Ci chiede di glorificare il Signore nelle opere. Lo scrive Paolo nella prima lettura: “Infatti non annunciamo noi stessi, ma Cristo Gesù Signore: quanto a noi, siamo i vostri servitori a causa di Gesù”. Il Pontefice definì don Giussani “servitore di tutte le inquietudini e le situazioni umane che andava incontrando nella sua passione educativa e missionaria”.

Non c’è espressione più indovinata per definire il fondatore, il Movimento e voi tutti: servitori di tutte le inquietudini e di tutte le situazioni umane che incontrate. C’è un modo per rispondere alla vostra vocazione missionaria: la testimonianza. Vi incoraggio, con le stesse parole di Papa Francesco, ad annunciare Cristo alle genti nella forma che vi è stata consegnata in eredità da don Giussani. Sappiate parlare al mondo di oggi, agli uomini e alle donne che non hanno ancora fatto quell’incontro con il Signore che ha cambiato e reso bella la vostra vita. Domandiamo a Cristo di portare a compimento nella Fraternità ciò che Lui ha cominciato in ciascuno di voi. Chiediamo a Dio, sorgente di ogni bene, d’ispirare propositi giusti e santi in don Remigio e don Eugenio perché possano attuarli nella loro vita e in quanti incontreranno nell’esercizio dei doveri affidati. Amen.