«Ecco, io faccio nuove tutte le cose»

Il libretto con gli appunti dagli Esercizi spirituali degli universitari di Comunione e Liberazione. Rimini, 8-10 dicembre 2023

Dall'introduzione di don Francesco Ferrari
Vedendovi entrare tutti, e anche prima osservando il coro che provava e la segreteria al lavoro, mi è riesplosa dentro tutta l’attesa che avevo covato in queste settimane. Di cosa? Come dice uno dei contributi arrivati: «L’attesa di riscoprire tutto, di ritrovare tutto», la speranza per tutto. Io sono molto grato che ci ritroviamo qui. Chiediamo adesso, cantando, un cuore semplice, un cuore senza chiusure, senza pregiudizi. Chiediamo anche che tutte le preoccupazioni che abbiamo possano essenzializzarsi, pacificarsi, e che il cuore possa esprimere una domanda semplice. Signore, in questi due o tre giorni rendici come bambini che attendono, che guardano, desiderosi di bere alla sorgente che hanno incontrato. Adesso canteremo «Sii Tu la mia saggezza, e Tu la mia vera parola». Ecco, chiediamo che questi giorni siano l’incontro con la vera saggezza, con la vera parola. Cantiamo tutti insieme col cuore, proprio all’inizio, per chiedere a Dio che in questi giorni possiamo ricevere tutto quello di cui abbiamo bisogno.

Be Thou my vision
Land Of The Living
La notte che ho visto le stelle


Ben ritrovati tutti. È bello essere qui insieme. Non siamo qui solo dall’Italia, ci sono con noi anche amici che vengono da lontano, dal Kazakistan, e altri dalla Polonia, dal Portogallo e dalla Svizzera. In particolare, voglio ringraziare di cuore alcuni amici musulmani che sono qui con noi, perché quel cuore semplice, aperto, libero da pregiudizi che noi desideriamo loro ce lo testimoniano. Sono molto grato della loro compagnia e della loro amicizia. Gli esercizi di questi giorni non vogliono essere una parentesi nella vita. Siamo insieme perché vogliamo andare in fondo alla vita, non staccarci dalle questioni che più ci urgono, dalle domande che abbiamo nel cuore. Come diremo nei prossimi mesi a Scuola di comunità, noi vogliamo «vivere sempre intensamente il reale […] cioè senza preclusioni, senza rinnegare e dimenticare nulla». Innanzitutto non vogliamo dimenticare, censurare o dare per scontato il desiderio di felicità che abbiamo dentro. Se siamo qui, anche se uno fosse venuto per un mare di abitudine, risvegliamo il desiderio di felicità che abbiamo dentro. In ogni nostra preoccupazione e aspettativa, c’è questo desiderio profondo di felicità, per quanto confuso. «Ogni vita ha bisogno di una speranza di gloria», abbiamo appena cantato.
Ma oltre questo desiderio non voglio censurare neanche il fatto che tante cose attorno a noi sembrano minacciare questo desiderio, la possibilità della felicità. Non abbiamo paura di guardarle in faccia questa sera. Nei vostri contributi ci sono tantissime domande che io non voglio censurare...

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