Don Giussani con il cardinale Paul Josef Cordes (Nicola Costanzi/Fraternità CL)

La morte di Cordes. Prosperi: «Grati per la sua paternità»

Il messaggio di Davide Prosperi al movimento di Comunione e Liberazione per la morte del cardinale Paul Josef Cordes, firmatario del decreto di riconoscimento Pontificio della Fraternità e dell'Associazione Memores Domini
Davide Prosperi

Cari amici,
ho appreso questa mattina la dolorosa notizia della morte di Sua Eminenza il Card. Paul Josef Cordes, Presidente Emerito del Pontificio Consiglio Cor Unum e già Vicepresidente del Pontificio Consiglio per i Laici.

Il nostro movimento deve moltissimo a lui e al rapporto di stima e amicizia reciproca che ebbe con don Giussani. Da Vicepresidente dell’allora Pontificio Consiglio per i Laici firmò nel 1982 il decreto di riconoscimento Pontificio della Fraternità di Comunione e Liberazione e nel 1988 quello relativo al riconoscimento dell’Associazione Memores Domini – con i quali ha successivamente instaurato un rapporto personale vivendo per oltre venticinque anni con alcuni di loro, che lo hanno accudito fino agli ultimi istanti della sua vita.

In occasione del riconoscimento della Fraternità, evento che don Giussani definì la «grazia più grande nella storia intera del movimento», l’allora Vescovo Cordes definì di «singolare interesse e urgenza pastorale il contributo che la Fraternità può apportare alla Chiesa cooperando alla crescita di una sensibilità ed esperienza cristiana, comunitaria e evangelizzatrice, negli ambienti – spesso secolarizzati e “lontani” – di creazione e diffusione della cultura e di edificazione della società. Una presenza missionaria in questi ambienti si rivela più che mai necessaria per dare testimonianza di Cristo, come Chiesa, là dove sono in gioco principi fondamentali della vita dell’uomo e della convivenza sociale. […] La sua vocazione “cattolica” e “missionaria” la chiama ad estendersi progressivamente verso nuove realtà secolari ed ecclesiali».

Segno della stima che nutriva per don Giussani, nell’Introduzione al terzo volume della storia di CL di monsignor Massimo Camisasca (Il riconoscimento), Cordes scrive: «Don Giussani è stato collaboratore di Dio sull’unico fondamento che abbia vera consistenza: Gesù Cristo. […] Lo Spirito di Dio ha rafforzato don Giussani, che ha voluto dedicarsi proprio alla “nuova evangelizzazione” lungo tutto il corso del suo faticoso cammino. La sua azione era caratterizzata da fervore, dinamismo, ardore. Niente desiderava più urgentemente che suscitare nei cuori dei giovani il desiderio di un reale rapporto con Cristo».

Stretto collaboratore di Giovanni Paolo II, il cardinal Cordes è stato uno strenuo difensore e un autorevole punto di riferimento per le nuove forme di aggregazione ecclesiale suscitate dallo Spirito Santo, delle quali riconobbe subito il valore per tutta la Chiesa. Gli siamo dunque profondamente grati per come nel tempo ha saputo accompagnare con paternità e affetto il cammino nostro e di tutti i movimenti.

In queste ore ci uniamo al Santo Padre Francesco e a tutta la Chiesa nelle preghiere per quest’uomo preso da Cristo e che ha speso tutta la sua vita per la Sua Gloria.

Davide Prosperi