Tracce N.11, Dicembre 2016

Una storia particolare
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C’è un filo doppio che lega la copertina e le ultime pagine di questo Tracce. L’annuncio del Natale che viene, con il Volantone che CL ogni anno pubblica per dire a tutti quanto sia decisivo quel fatto nelle nostre vite, e la chiusura della Porta Santa, con cui papa Francesco ha concluso il Giubileo straordinario ricordando che l’Anno Santo è finito, ma la grazia che riversa su di noi non ha fine, mai. «Questo è il tempo della misericordia», ha scritto il Papa nella Lettera apostolica Misericordia et misera: «Ogni giorno del nostro cammino è segnato dalla presenza di Dio che guida i nostri passi con la forza della grazia che lo Spirito infonde nel cuore per plasmarlo e renderlo capace di amare». E questo è ciò che porta il Natale nel mondo. Nel nostro mondo, oggi.

È quel bimbo, nato in un momento preciso della storia, è la sua storia particolare (un luogo, un momento, una famiglia, e poi tutta la sua vicenda umana) che arriva a noi sempre attraverso volti e fatti particolari, a rendere possibile ciò che dice il Papa. A fare sì che la porta della misericordia resti aperta sempre, in eterno. Offrendoci di continuo la possibilità di ripartire, di ricominciare, di riscoprirci abbracciati nel nostro nulla. Non c’è ferita che la misericordia di Dio non possa sanare. Non c’è divisione, frattura, incapacità che quella «forza della grazia» non possa ricomporre. Ma è grazie a quel bambino che possiamo farne esperienza ora.
È Lui che rende presente quella forza. Ed è Lui a portare nelle nostre vite una certezza di una natura diversa da quella a cui vorremmo aggrapparci tante volte (la sicurezza che viene dall’aver capito, dal sapere “come stanno le cose”, dall’essere diventati più capaci), e infinitamente più salda. È la certezza del rapporto con Dio che abita in mezzo a noi. Basta guardarLo, per ricordarci chi siamo: creature Sue. E cosa siamo: amati di continuo, senza confini. Non c’è più nulla da immaginare, da inseguire: basta guardare. Accorgersi che Cristo c’è ora, è vivo tra noi ora. «Colui che si poteva accontentare di aiutarci», come ricorda san Bernardo, è qui, e opera.

Nel giornale, troverete una “Pagina Uno” che va al fondo proprio di queste parole. E troverete tante testimonianze di questa Presenza, in situazioni varie e imprevedibili quanto quelle che la vita non si stanca mai di metterci davanti, come provocazione continua alla nostra umanità. Dal terremoto del Centro Italia, che da mesi obbliga chi vive lì a chiedersi se c’è qualcosa o qualcuno che permetta di stare in piedi, di vivere e sperare anche quando tutto intorno crolla - e sorprende chi scopre che è possibile, che “Qualcuno” c’è. A un gesto straordinario di gratuità come la Colletta alimentare, che ogni anno impegna decine di migliaia di persone (145mila, stavolta) a offrire una giornata di lavoro per i poveri, ma sollecita tutti a farsi una domanda: «Da dove nasce un gesto del genere? Cosa c’è all’origine?». Fino alle storie che raccontiamo dal Kazakistan, ennesima (e potente) testimonianza di come il cristianesimo può cambiare cuori e vite ovunque. Senza confini di spazio e di tempo, ma sempre passando da lì, da facce e incontri. Da una storia particolare. Quella che è entrata nel mondo con il Natale.