L'ingresso in salone al Triduo di GS (Foto Giacomo Bellavista/Fraternità CL)

Triduo GS. Un sabato sera come mai prima

Al rientro da Rimini con il cuore pieno di quanto vissuto, Pietro accetta l'invito a uscire con alcuni amici. E accade qualcosa di nuovo

Ripartendo con la vita di tutti i giorni si capisce meglio quello che hai visto al Triduo pasquale. Per me è stata una bellissima esperienza. Quest’anno le lezioni e gli incontri sono stati incentrati ancor più sui contributi e sulle testimonianze. Mi sono visto molto più partecipe, in dialogo. Al terzo giorno ero stanco: sentire “il peso” di quello che hai vissuto ti fa capire che ha avuto una rilevanza sulla tua vita.

La sera del sabato, tornato a casa, mi sono visto con un gruppo di amici che mi ha invitato a uscire con loro. Il Triduo mi aveva “travolto”. L’invito degli amici - ma già da prima, il rivedere le mie sorelle - mi aveva riportato alla mia realtà di sempre. Avevo voglia di stare solo. Ma ho accettato comunque di uscire. E ho fatto bene.

Stando con loro, sentivo presente quello che avevo vissuto negli ultimi giorni. Don Fabio a Rimini aveva detto che “la religione” non è solo quella che si vive in un luogo sacro, ma è qualcosa che ti porti dietro. Se facesse parte solo di un luogo o di un ambito - i riti in chiesa, GS... - sarebbe uno spettacolo che poi non continua e non serve a niente. Invece, mi ha colpito che quella sera mi sono visto più aperto con quegli amici. Ho detto loro dove ero stato, ho raccontato quello che avevo fatto, quello che avevo vissuto, senza sentirmi bloccato da niente. Avevo dentro me quell’apertura che il Triduo mi aveva provocato. E loro hanno visto questo era importante per me, tanto da cominciare a parlarmi del loro rapporto con il cristianesimo.

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Uno ha detto: «Io non mi sento parte del cristianesimo, per come mi è stato trasmesso dalla mia famiglia o dal catechismo che ho frequentato». Ognuno ha detto quello che pensava e viveva, molto chiaramente e senza sentirsi giudicato. Quella sera abbiamo dialogato come mai era accaduto prima, come se le altre volte avessimo trascurato sempre quello che c’era nel nostro cuore.
Pietro, Ancona